Un disturbo di personalità:
- ha inizio precoce (solitamente nell’adolescenza);
- è pervasivo (coinvolge vari ambiti della vita).
- è stabile nel tempo (non è episodico come altri disturbi);
- provoca sofferenza clinicamente significativa o compromissione funzionale
Cluster A: “Strani o eccentrici”
- Disturbo paranoide: sospettosità e diffidenza eccessiva verso gli altri
- Disturbo schizoide: distacco dalle relazioni sociali, preferenza per la solitudine
- Disturbo schizotipico: pensiero magico, comportamenti strani, ansia sociale intensa
Cluster B: “Drammatici, emotivi, imprevedibili”
- Disturbo borderline: instabilità emotiva, relazioni intense ma instabili, paura dell’abbandono, impulsività
- Disturbo narcisistico: grandiosità, bisogno di ammirazione, mancanza di empatia
- Disturbo antisociale: disprezzo per i diritti degli altri, comportamenti manipolativi o criminali
- Disturbo istrionico: emotività eccessiva, ricerca costante di attenzione, teatralità
Cluster C: “Ansiosi o timorosi”
- Disturbo evitante: inibizione sociale, sensazione di inadeguatezza, ipersensibilità al giudizio
- Disturbo dipendente: bisogno eccessivo di essere accuditi, sottomissione, difficoltà a prendere decisioni autonome
- Disturbo ossessivo-compulsivo di personalità: perfezionismo, rigidità, preoccupazione per ordine e controllo (diverso dal disturbo ossessivo-compulsivo vero e proprio)
Disturbi di personalità ≠ comportamenti difficili
Avere un tratto di personalità “forte” (es. essere controllanti, timidi o egocentrici) non significa avere un disturbo. Un disturbo di personalità viene diagnosticato solo se questi tratti sono estremi, rigidi e compromettono la qualità della vita.